La Terapia Multi–Being Una Prospettiva Relazionale In Psicoterapia, by Diego Romaioli

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Description

La Terapia Multi–Being Una Prospettiva Relazionale In Psicoterapia
by Diego Romaioli

Abstract:
La Terapia Multi-being. Una Prospettiva Relazionale in Psicoterapia
Diego Romaioli
Taos Institute Publications

From the beginning, Diego Romaioli’s writing offers a rich range of ideas for those engaged in psychotherapy, and as well for those wishing to expand the implications of a relational perspective in social and clinical psychology.With theoretical coherence and methodological innovation, this book succeeds in joining harmoniously the practices of dialogical, narrative, strategic and solution oriented therapies.The voices reverberating throughout this book are several and eminent. From George H. Mead to Alessandro Salvini, from Ludwig Wittgenstein to Michael Foucault, from William James to Gregory Bateson, from Mikhail Bakhtin to Rom Harré, from Fedor Dostoevskij to Luigi Pirandello (and we could go on): the contributions of many postmodern authors are also included.

In the foreword, Kenneth J. Gergen tickles the reader’s fancy by describing the radical shift in therapy away from the “search for essences” within the individual mind, a view permeating much mainstream psychology. This sets the stage for the opening of Chapter 1, in which Romaioli challenges the traditions grounded on the so-called “medical paradigm.” The author identifies many critical features of such approach, illustrating the ill consequences of their use. Nevertheless a wide-ranging critique – even if flawless – is scarcely enough. The subsequnt pages thus provide an exciting alternative, a deepened proposal starting from the first step. The author views his main practices as descendants of a social constructionist perspective. The theory/practice dichotomy fades away. Multi-being therapy has the virtue of weaving together sophisticated theory with concrete practices. Kurt Lewin would appreciate. He would have welcomed this book with enthusiasm, in accord with his statement: “there’s nothing more practical than a good theory”.

The first three chapters lay out the grounding assumptions on which are founded the therapeutic options following in the fourth chapter. The style, accurate and brilliant, takes the hand of the reader wishing to understand the therapeutic world from another point of view. However, the sophisticated reader will also find much to appreciate in the unfolding logic of these chapters. Indeed Romaioli is able to illuminate a new perspective with his theory of relational identity. With the concept of multi-being he describes the animated and often conflicting voices we carry with us. The author reminds as well that this “metaphor” is itself a social construction. It is an invention of ours – but valuable he believes – in challenging the assumption of a specifically “mental illness.” In the present framework, this monologic assumption is replaced by an invitation to dialogue. As the author demonstrates, the specific implication for therapy are far more promising than traditional dependency on diagnosis and drugs.

In the second part of the book, a variety of therapeutic practices – some well-known and others freshly innovative – are proposed. All invite the reader to make his/her own contribution. The reader in search of new conversational tools for engaging polyphony, will experience a dialogic involvement with the author. The practice of multi-being therapy is framed in terms of different levels: one of action, one of narration, and one of relation. In this way Romaioli’s proposal becomes suitable for widespread professionals, increasing the alternatives for intervention.

Chapter VI is the appropriate end of the route, for here Romaioli warns against the risk of a new reification. This warning only improves the high caliber of the work – making the. absolute relative and the relative absolute. This is a wonderfully engaging and worthy book.

Dr. Marco Giacalone
in Scienze dell’Interazione, 1/2014

Riassunto:
La terapia Multi-being. Una prospettiva relazionale in psicoterapia.
Diego Romaioli
Taos Institute Publications

La terapia Multi-Being. Una prospettiva relazionale in psicoterapia. Ovvero come riunire finezza epistemologica, innovazione metodologica e grazia espositiva, riuscendo inoltre a far convergere con armonia le pratiche proprie delle psicoterapie dialogiche (Hermans), narrative (White), strategiche (Watzlawick) e orientate alla soluzione (de Shazer).

Gli autori che echeggiano nel testo sono numerosi e autorevoli. Da George H. Mead ad Alessandro Salvini, da Ludwig Wittgenstein a Michel Foucault, da William James a Gregory Bateson, da Mikhail Bakhtin a Rom Harré, da Fedor Dostoevskij a Luigi Pirandello (e potremmo continuare): i contributi dei maggiori protagonisti del pensiero post-moderno e post-strutturalista sono presenti al gran completo, nessuno viene dimenticato.

Lo scritto di Diego Romaioli si presenta, dal primo momento, come un ricco ventaglio di spunti per chi si occupa di psicoterapia, ma anche per altri operatori del cambiamento interessati ad approfondire le implicazioni della prospettiva relazionale nell’ambito della psicologia clinica e sociale.

Il contributo apre con una posizione di sfida rispetto alle tradizioni fondate sul cosiddetto ‘modello medico’: addomesticando questioni complesse, l’autore individua più di una criticità riguardante tale approccio, illustrando le diverse e spesso infelici conseguenze che il suo uso induce a realizzare. Tuttavia, una critica a tutto campo – per quanto impeccabile – difficilmente basta a se stessa. Molto spesso rimane un’alternativa fra le tante, meritevole di un successo di nicchia e faticosamente in grado di produrre alcunché di nuovo. Queste pagine hanno invece il pregio di essere una proposta, veemente e ponderata, sin dalle prime battute.

Sono infatti considerate le principali declinazioni operative che l’autore deriva dal serbatoio del costruzionismo sociale americano, ma anche dal più vicino interazionismo italiano. La dicotomia teoria/pratica si mostra un’antinomia di facciata, un artefatto della ragione che, se può risultare euristica in certi casi, può essere fuorviante quando gli esperti della psiche ne tracciano i contorni netti, immemori della loro opera di scissione. In altre parole, La terapia Multi-Being assume una valenza assai “pratica” laddove si mostra come dissertazione teorica e muove alla riflessione quando propone quei dispositivi “pratici” che solitamente vengono annoverati come tecniche e protocolli dagli studiosi. Ne sarebbe lieto Gregory Bateson che, verosimilmente, avrebbe accolto questo libro con entusiasmo, forte del suo monito secondo il quale non vi è niente di più pratico di una buona teoria.

I primi tre capitoli sono un trampolino di lancio per poter iniziare a condividere le premesse su cui si fondano le promettenti opzioni terapeutiche che seguono nel capitolo IV. Lo stile, insieme meticoloso e brillante, rende agevole la lettura anche a chi muove i primi passi, deciso ad osservare il mondo delle psicoterapie con nuovi occhi, ma è soprattutto il lettore specializzato e avvezzo a questo argomento che ne può cogliere e apprezzare le principali evoluzioni.

Facendo un passo indietro, già nella prefazione, Kenneth J. Gergen incuriosisce il lettore anticipando la svolta radicale rispetto alla “logica delle essenze”, all’ottica individualista – e al pensiero disgiuntivo, potremmo aggiungere – che pervade parte delle correnti più in voga fra psicologi e psichiatri. Romaioli è infatti abile nel rilanciare con la teoria dell’identità relazionale e col concetto di ‘multi-being’: letteralmente ‘esseri multipli’, quali saremmo in quanto animati da più voci che non sempre vivono in reciproca armonia.

L’autore, ancora insoddisfatto, ricorda a più riprese che anche tale costrutto è partorito da una coordinazione umana di origine sociale. È una nostra – riteniamo utile – invenzione, la supposizione che il disagio umano sia un prodotto degli intrecci di relazioni che abitiamo. È tuttavia un’invenzione costruzionista che riflette sui propri presupposti conoscitivi, una concettualizzazione che invita al dialogo esponendo le valide implicazioni pragmatiche di tale posizione. Implicazioni, per alcuni, preferibili a quelle dell’agire terapeutico tradizionale perché maggiormente euristiche da un punto di vista operativo, ma anche epistemologico e culturale. Immersi ne La terapia Multi-Being, l’autore ci mostrerà il come e il perché.

Nella seconda parte, quella più “pratica” dicevamo, vengono proposte molte tattiche note e meno note, alcune rivisitate, altre di fresco conio, le quali (lungi dal costituire un banale ricettario di formule) vengono introdotte come suscettibili del personale contributo del lettore. Questi, trovandosi alla ricerca di nuovi espedienti per interagire con la polivocità dell’altro, in un certo senso avrà la chance di partecipare a un dialogo con l’autore.

La prassi viene inquadrata secondo diversi livelli: quello dell’azione, della narrazione e della relazione. In questo modo la proposta di Romaioli si rende ancor più fruibile da esperti di diversa estrazione, aumentandone le opzioni di intervento professionale.

Il capitolo VI è infine la degna conclusione di un percorso che può destare giustificate ma anche scomode euforie: i rischi di una nuova reificazione sono seducenti e sempre dietro l’angolo e le annotazioni finali dell’autore aumentano ulteriormente la caratura dell’opera.

Qualcuno potrebbe essere interessato a intraprendere la via impervia di quel relativismo particolare, che relativizza l’assoluto e assolutizza il relativo. In cerca di mappe adeguate, possiamo dedicarci a questa coinvolgente lettura: giunto alla fine, il futuro lettore converrà che ne è indiscutibilmente valsa la pena.

Dr. Marco Giacalone
in Scienze dell’Interazione, 1/2014

ISBN: 978-1-938552-08-3

August 21, 2019 5:17 am

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